La nuova collezione di Oniusa Venezia ispirata alle stelle
Che cos’è l’universo, mamma? È cominciato tutto così. Con una domanda semplice, prima di andare a letto. Riky non voleva saperne di dormire. Continuava a fissarmi con i suoi grandi occhi interrogativi, stringendo tra le mani la piccola giraffa di peluche. “Qualcuno dice che è come un grande pallone da calcio, del diametro di 93 miliardi di anni luce”, ho risposto. Che significa “diametro”? Mi ha chiesto. Ho capito che le analogie geometriche non erano il massimo per spiegare a mio figlio una cosa così complicata. Ho guardato fuori dalla finestra.
L’ispirazione di Bob Marley
Mi è sembrato il luogo migliore in cui cercare tracce dell’universo, e di una storia, o di un perché. Ho fissato i piccoli punti luminosi nel cielo. Bob Marley diceva che se esprimi un desiderio è perchè vedi cadere una stella. Se vedi cadere una stella è perchè stai guardando il cielo. E se guardi il cielo è abbastanza certo che credi ancora in qualcosa. È vero. Io ho guardato il cielo e ho creduto in qualcosa, ci ho creduto molto forte, qualche anno fa. Riky ha interrotto i miei pensieri con una nuova domanda. Ancora più difficile della precedente. Che profumo ha la scia di una stella? Mi sono chiesta il perché mio figlio mi facesse domande così complesse. Chi gli ha insegnato a interrogarsi in questo modo? Perché mio figlio si chiede di scie e di profumi? Qualche indizio potrei averlo fin da subito.
L’importanza dei profumi
Insomma, io per lavoro faccio profumi. Credo di passare la maggior parte della mia giornata a parlare di fragranze, di scie odorose, di note, di fiori, di ambra e di vaniglia, di limone e di legno, di salvia e di geranio. Non posso stupirmi molto, dunque. Tuttavia devo dargli una risposta. E devo anche inventarmi qualcosa che abbia un senso. Riky non andrà a dormire senza avere la sua storia. Mentre prendo tempo, indugio, impreparata come una scolaretta, l’immagine di Margherita Hack mi viene in soccorso, i suoi occhi di ghiaccio, le rughe, il sorriso. Lei cercava nelle stelle la storia dell’universo. E anche la storia del mondo. Lo faccio anche io. Mi invento una storia di sana pianta. Una storia senza né capo né coda. Prendo in prestito degli ingredienti, come faccio sempre nel mio lavoro. Un po’ di polvere dorata, un cucchiaio di notte, uno spicchio di luna, un pizzico di blu, una manciata di nero, una rosa rossa. Da questa storia, ve lo giuro, è nata la mia ultima collezione.
Una storia, l’universo, Riky, me
Riky, l’universo è come l’impasto morbido che fa la mamma ogni sabato. È fatto di materia soffice e di pochi ingredienti semplici che però contengono tutto. Dentro questo impasto ci sono i pianeti, ci sono le stelle, c’è forza. C’è energia. Ci sei tu, ci sono io.
Non so dirti quando è nato di preciso l’universo, Riky. Prima di te e prima di me, certamente, e prima del nonno, forse. Un bambino come te ha provato a giocarci tanto tempo fa, sai?
Ha provato a ruotare questa grossa palla di materia su se stessa, a farla girare, sempre più velocemente. E l’universo ha preso vita. È diventato una bolla trasparente piena di ombre e di pieghe misteriose e allora tutti hanno cominciato a guardarci dentro. Chissà che cercavano.
Hanno scoperto la luna.
La scoperta della luna
La luna, Riky, è stata una gran bella scoperta. Lo sapevi che è formata da miliardi di schegge e di macchie, alcune più scure e alcune più chiare, che rendono la sua faccia corrugata come la fronte della nonna quando tu la fai un po’ disperare? Lo sapevi che sulla luna ci si può anche arrivare? Ci si può anche camminare? Una volta un signore ci è andato. Ha camminato sulle rocce ripide, si è fermato, si è guardato intorno e dietro un angolo c’era del ghiaccio freddissimo. È stato un viaggio molto bello, ha detto. Forse un giorno potrai farlo anche tu, se ti va. O magari potrai guardarla dalla finestra, qui, insieme a me. Potremo guardare insieme la sua faccia candida, in una notte bellissima, colorata con pennellate di nero e di blu, una notte piena di stelle che vibrano. Ed esprimeremo un desiderio, Riky. Lo sapevi che le stelle esistono per questo? Le stelle sono dei piccoli puntini che oscillano nel cielo, pieni di luce e quando si spostano si lasciano sempre dietro un po’ di polvere d’oro e anche se non te ne accorgi ti fanno compagnia mentre dormi. Però, c’è un però. Devo confessarti un segreto. I desideri non si possono esprimere sempre, Riky. Altrimenti non sarebbero così preziosi, non trovi? Bisogna aspettare il momento giusto. E cioè quando le stelle cadono. Hai mai visto una stella che cade?
Stelle cadenti
Succede così. Le stelle giocano nel cielo e a un tratto cominciano a correre molto veloce. Hai presente quando tu giochi troppo e non la smetti di correre e la mamma non ce la fa a starti dietro e diventi tutto rosso e sudato? Anche le stelle quando corrono troppo sudano, si riscaldano, sbattono contro l’aria fredda e si sciolgono un po’, e cadono verso di noi e si lasciano dietro granelli minuscoli di polvere. Forse vogliono raggiungerci, vogliono conoscerci. Credo che vogliano guardarci da vicino per capire come siamo fatti. Per scoprire come sono fatti i bambini belli come te. Ecco, Riky, è quello il momento. È quello l’esatto momento in cui possiamo esprimere il nostro desiderio. Se ti capita di vedere una stella che cade non dimenticarti di questa storia. E se vuoi sapere, allora, che cos’è l’universo, posso dirti che è come una scatola da conservare con cura, in cui ci sono i desideri di tutti i bambini e di tutti gli adulti. Si tratta di una faccenda molto seria. Perché i desideri espressi di notte si avverano sempre. Io, per esempio, un po’ di tempo fa ho espresso un desiderio molto speciale. Ho desiderato tanto di avere una rosa tutta mia, una rosa preziosa, una rosa che non ha mai avuto nessuno, non una rosa qualsiasi ma la rosa più preziosa della Galassia, una rosa rossa che nasconde tra i suoi petali piccole stelle tremolanti, alcune d’oro, alcune blu, alcune bianche, una rosa che occupa tutto il cielo, e anche tutto l’universo. E sei arrivato tu.